Eriksen, ecco il motivo del malore in campo

Cosa è successo a Christian Eriksen? Dopo la paura, ed il pericolo scampato, è il momento di indagare sulle cause per accertarsi che il numero 10 possa tornare in salute e magari stabilire se il calciatore potrà tornare in campo o meno.

Malore Eriksen, ecco il motivo dell’arresto cardiaco

La Danimarca non ha ancora chiarito le cause che hanno portato al malore di Christian Eriksen e all’arresto cardiaco ma non ci sarebbe preoccupazione per le use condizioni che sono state definite fuori pericolo.

Tuttavia diversi esperti di cardiologia hanno provato a capire cosa sia successo in quei minuti in campo.

Eriksen
Eriksen

Eriksen ha un’aritmia ventricolare?

Il dottore Giulio Molon, cardiologo, ha parlato proprio del malore che ha colpito Eriksen in Danimarca-Finlandia:

“Il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore fanno pensare ad una aritmia ventricolare importante, questa può portare anche all’arresto cardiaco. Se si tratta di questo, in Italia non potrebbe avere l’idoneità per giocare. Forse potrebbe giocare all’estero”.

Eriksen prima del malore
Eriksen prima del malore

Malore Eriksen impossibile da prevedere

Anche il dottor Michele Albano, diventato popolarissimo un paio di mesi fa, ha parlato a TS del malore di Eriksen e delle sue condizioni:

“Da ciò che si è visto posso pensare che Eriksen abbia subìto un arresto cardiaco, trattato subito prontamente con il massaggio che lo ha riportato in vita. Potrebbe essere stata una alterazione del ritmo cardiaco, qualcosa che non può essere rivelato dalle visite mediche che fanno i calciatori. Ora bisognerà capirne le cause, purtroppo anche i test sotto sforzo, svolti con frequenza semestrale, non mettono in luce queste cose. Vedendo le immagini mi è tornato in mente il dramma che ha colpito il povero Morosini. Nessuno può prevedere queste cose”.

 

Di questo ha parlato anche il dottor Ernesto Alicicco , ex medico della Roma, a Radio 1:

“Per fortuna i casi a lieto fine sono tanti, molti di più di quelli tragici. Bisogna vedere per quanto tempo il cuore si è fermato, speriamo non oltre i 3 minuti sennò la situazione diventa complicata. Il cuore spesso riparte e poi si riarresta. L’intervento deve essere immediato. Anche il cuore di Manfredonia nell’89 a Bologna si fermò per due volte. Quella fu una sincope dovuta al freddo mentre per quanto riguarda ieri non è ancora noto”. 

Impostazioni privacy