Guardiola, il futuro in Serie A: al Milan o al Napoli (Getty Images)
Pep Guardiola allenerà in Serie A. Arriva la bomba che potrebbe stravolgere le panchine della massima serie.
Claudio Ranieri, ex tecnico del Chelsea, ha parlato nel corso di un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Il tecnico ha parlato di Pep Guardiola e del suo futuro facendo una confessione importante.
Guardiola? «Non credo sia giusto criticare un allenatore che perde una finale. Si sa che Pep cambia spesso sistema di gioco e ha una sua filosofia, non è la prima volta che gioca senza punta. Detto che il City ha avuto le sue occasioni, purtroppo per lui il centrocampo è stato spesso vittima delle ripartenze del Chelsea, forse è stato dovuto alle scelte, come quella di puntare su Gundogan e non su Fernandinho davanti la difesa. Guardiola, comunque, resta sempre un punto di riferimento per tutti noi ed è anche cambiato molto, il suo calcio sta diventando molto più verticale. Poi vincere o perdere, a volte, è solo una questione di particolari e non ha vinto solo perchè aveva Messi.
Credo proprio che presto o tardi anche Guardiola verrà ad allenare in Italia. C’è una cosa, però, su cui dobbiamo intervenire al più presto nel nostro paese, il ritmo di gioco».
Ranieri non ha parlato solo di Pepe Guardiola ma anche della finale di Champions League vinta dal Chelsea contro il Manchester City.
Finale? «Mi è piaciuta molto, soprattutto il primo tempo. Pensavo a una partita più tattica, invece si sono affrontate solo per vincere e mi hanno sorpreso per la loro condizione fisica, nonostante siano a fine stagione».
Germania? «È la dimostrazione della crescita della Bundesliga che i sta imponendo con la sua tattica nel campionato».
Italiani? «Torneremo ad esserlo, perché vedo segnali di crescita che non possono essere oscurati solo perchè siamo eliminati. Una Serie A che vedrà il ritorno di Mourinho, di Allegri e forse anche di Sarri che danno lustro a tutti. Peccato per Conte, che ha lasciato l’Inter».
Leicester? «Cosa mi ha emozionato? Vedere in campo tre miei ragazzi è stato bello. C’erano Kanté, Chilwell e Mahrez, che ho trasformato in esterno. Ho sempre valorizzato i giovani ma spesso mi criticano».
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