Napoli, ADL rompe il silenzio: minacce e attacco ai giornalisti

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è tornato a parlare dopo il lungo silenzio stampa di circa sei mesi fatto con la società calcio Napoli. Solo qualche messaggio sui social e nient’altro per il numero uno della SSC Napoli che ora è tornato a parlare di tantissime tematiche, anche quelle legate al calcio.

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Ultime Napoli, De Laurentiis attacca i giornalisti Sky

Aurelio De Laurentiis è stato ospite al Passepartout Festival dove ha parlato di calcio e tanto altro. Un’intervista a tutto tondo da parte del numero uno azzurro che ha detto la sua anche su Politica e cinema. Intanto, in merito al mondo del calcio, Aurelio De Laurentiis ha rivelato di non avercela a morte con i giornalisti, ma ha detto di non nutrire simpatia per chi questo lavoro cerca di farlo provocando o senza fonti autorevoli e inventando sempre le solite notizie, citando anche i quotidiani come Corriere dello Sport, Gazzetta dello Sport e Tuttosport. Poi attacco a Sky, dove ADL dice che prima era una tv stile anglosassone e di tutto rispetto, ma che poi ha avuto un crollo incredibile tanto che ora anche Rai e Mediaset sono meglio della stessa Sky.

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Notizie Napoli, De Laurentiis parla anche della Superlega

Il presidente De Laurentiis attacca la Superlega e ricorda di come sia riuscito già in passato a smascherare Blatter ai tempi della Fifa e Platini quando era alla Uefa. Per adesso, invece, non è ancora riuscito a dedicarsi al calcio a livello mondiale, ma ha spiegato che la Superlega è figlia del fatto che le organizzazioni del calcio e le istituzioni hanno sbagliato tutto, pensando di poter fare da padroni con i soldi dei club.

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De Laurentiis, attacco ad Agnelli e Gravina

Attacco del presidente De Laurentiis ad Agnelli sul caso Superlega, dove ha rivelato che c’erano dei club che volevano diventare i principali attori protagonisti di questo sistema. Ma si sa che però nel calcio va sempre lasciata una porta aperta a tutti e in modo democratico. A Gravina, invece, rimprovera il fatto di non aver cambiato leggi che nel calcio italiano ad oggi portano solo problemi.