Calciomercato Inter, Simone Inzaghi (Getty Images)
Il responsabile medico della Lazio, Ivo Pulcini, ha voluto dire la sua per quanto riguarda il Coronavirus e su alcuni casi che avrebbero colpito la stessa società biancoceleste. Lo ha fatto scrivendo un lungo posto sul suo profilo Facebook.
Ieri sera la Lazio di Simone Inzaghi è riuscita a strappare un punto prezioso nella trasferta in Russia contro lo Zenit, gara valida per la terza giornata di Champions League del girone. Assenze pesanti per i biancocelesti che non hanno potuto contare su tre calciatori chiave e titolari: il portiere Thomas Strakosha, il centrocampista Lucas Leiva ed il centravanti Ciro Immobile.
Questi ultimi tre sono stati bloccati dalla stessa Uefa e non sono potuti partire per la Russia. Motivo? Secondo gli organi della federazione europea i giocatori della Lazio sarebbero risultati “debolmente positivi” al Coronavirus e quindi era un serio rischio farli partire insieme al resto dei compagni di squadra.
Strano perché solo pochi giorni prima hanno preso parte alla partita di campionato, vinta fuori casa, contro il Torino di Marco Giampaolo. Proprio perché la Lega Serie A li ha considerati negativi.
Una settimana fa loro, insieme ad altri elementi del team, non hanno preso parte al match pareggiato in Belgio contro il Club Brugge per gli stessi motivi. Il patron Claudio Lotito ha deciso che intendere fare ricorso. Su questa vicenda ha voluto scrivere un lungo post sul suo profilo ufficiale, il medico delle ‘aquile’, Ivo Pulcini.
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Queste alcune parole di Ivo Pulcini , il medico della Lazio: “Coronavirus? In un tampone si cercano tre geni. “Rd Rp”, “E” ed “N”. Il primo è quello più specifico del Covid-19, gli ultimi due sono meno sensibili. Chi ha tracce del gene “N” viene considerato ‘debolmente positivo’.
Ma che senso ha? Se ripeto lo stesso tampone dopo solo un’ora può essere negativo. In un soggetto asintomatico questo gene non ha alcune rilevanza patognomonico, ovvero non è una malattia e non è a rischio contagio“.
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“Può significare anche che un soggetto è entrato in contatto con un Coronavirus, ma non è detto che sia il Covid-19. Il gene “N” rileva tracce di acido nucleico aspecifico” ha concluso così Pulcini della Lazio.
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