La Serie A ha una nuova capolista: l’Inter di Simone Inzaghi. I nerazzurri sono tornati in vetta e ora vogliono restarci fino alla fine del campionato.
“Vorrei continuare così. Siamo primi in classifica, in Europa abbiamo superato il turno dopo 11 anni. Stiamo andando bene, ma la strada è lunga. Essere davanti non conta, c’è tanto da fare. Ora vogliamo rimanere lì in alto. Eravamo a 7-8 punti un mese fa e abbiamo riaccorciato in avanti. Siamo fiduciosi”. Simone Inzaghi ha analizzato con pacatezza il sorpasso al Milan ma ha mostrato grande voglia di Scudetto.
L’Inter (anche) ieri ha dimostrato di essere la squadra più forte della Serie A. E anche quella più pronta a vincere lo Scudetto. Sì, ci sono ancora i dettami e le scorie – positive, sia chiaro – di Antonio Conte, ma il lavoro di Simone Inzaghi è pressoché impeccabile.
4 gol al Cagliari, forma smagliante, calciatori mai stanchi e vittoria che è solo conseguenza della convinzione di essere i più forti. Ora l’Inter si è ripresa il suo posto e vuole restare lì in alto a comandare, per alzare al cielo di Milano il 20° Scudetto.
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Juventus e Milan crollano. I bianconeri non riescono più a vincere giocando bene. Anche se viene da chiedersi se con Allegri abbiano mai giocato un calcio divertente e spumeggiante. Forse no. Anzi, è certo. Si vuole andare avanti di “horto muso” ma la corsa dei cavalli è un’altra cosa, non è adattabile al calcio. Non è adattabile alla Juve, che avrebbe tante risorse per far bene ma il tecnico non ne vuole sapere.
E il tracollo arriva anche per il Milan che si ferma di fronte ad altri bianconeri, quelli del Friuli. Squadra monotona: palla lunga a Ibrahimovic e “speriamo che ci salvi lui”. Alla fine così è stato, con l’unico tiro in porta della giornata. Una squadra prima in classifica (prima di Udine) può permettersi di calciare in porta una sola volta? Il pareggio va anche stretto all’Udinese e ora Pioli vede i “cugini” scavalcarli e i suoi ragazzi stanchi e demotivati. Aspettando il Napoli domenica prossima, in una partita che può dire tutto e niente.
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Il Napoli di Luciano Spalletti, che guarda la partita dal box degli squalificati, non c’è più. Ok gli infortuni, i pali, le traverse, i miracoli dei portieri. Ma che fine ha fatto quella squadra di inizio anno che lottava su ogni pallone, vinceva le partite “sporche” ed era in testa alla classifica? Scomparsa nei meandri di Castel Volturno.
Così come Lorenzo Insigne: capitano mai decisivo, sempre con la testa abbassata quando sbaglia (molto spesso!) e indeciso sul futuro. Non è solo sfortuna, evidentemente, è mancanza di condizione e di Osimhen che stava trascinando tutto il Napoli a grandi traguardi. Domenica c’è il Milan, per decidere chi – Atalanta permettendo – sarà l’inseguitrice dell’Inter che, ormai, sembra destinata a vincere la Serie A.
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