Serie A, aggredite due donne prima della gara: il racconto shock

Una delle due donne ha deciso di rompere il silenzio e denunciare la vile aggressione che hanno subito prima dell’ultimo turno di Serie A.

Serie A, assalite due donne prima del match

Sono episodi che poco hanno a che fare con il calcio ma che purtroppo continuano ad attanagliare uno degli sport più belli del mondo. Stando infatti al racconto di una delle protegonista, domenica scorsa si è consumata una vile aggressione ai danni di due donne prima di Salernitana-Napoli. Il motivo? Il fatto che le due fossero tifose del Napoli. Semplicemente questo ha fatto scattare una follia nelle menti di alcuni farabutti, che hanno preso a colpirle all’esterno dello stadio Arechi, arrivando a spegnere sigarette addosso alle vittime. A “tradire” le due sarebbe stato il solo accento napoletano.

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(Creative Commons)

Aggressione a due donne prima di Salernitana-Napoli, il racconto

Oggi una delle due vittime dell’aggressione, ha parlato di ciò che ha dovuto subire mentre si recava allo stadio per vedere Salernitana-Napoli. Ecco quanto dichiarato da Eliana, della quale non riveliamo il cognome per motivi di privacy, a CalcioNapoli24 TV: “Ci hanno preso a calci più volte, mi hanno preso a pugni sul naso mentre li pregavo di non farlo, mi hanno spento una sigaretta al polso e mi hanno quasi bruciato il cappotto, hanno picchiato anche mia madre, che ha 53 anni. Le hanno tirato i capelli e l’ha schiaffeggiata. Gli steward ci hanno salvato la vita“.

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Un agente di polizia ha accompagnato i tre, inseguiti da decine di persone, all’ospedale: Emiliana ha riportato un trauma cranico e facciale.

Salernitana-Napoli Fabian Ruiz
Salernitana-Napoli Fabian Ruiz (LaPresse)

Due donne aggredite a Salerno, il racconto dell’avvocato

Giovanni Rea, avvocato in compagnia delle due donne aggredite prima di Salernitana-Napoli, ha dichiarato: “Abbiamo denunciato tutto, ero preoccupato per la mia compagna, che è stata colpita al naso, e per sua madre. È stato terribile vedere gli schiaffi che gli davano sulla testa senza poterli difendere, non posso dimenticarlo. Speravamo che qualcuno ci aiutasse, ma nessuno lo ha fatto. Non i poliziotti“.

 

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